La presenza di campi da golf in Italia, è una grande fonte di entrate soprattutto per l’indotto che essi sono in grado di generare sul territorio.
La spesa pro capite generata dai turisti di golf è infatti 3 volte superiore a quella degli altri turisti leisure. Occorre inoltre ricordare che insieme ai golfisti viaggiano gli accompagnatori non giocatori che vivono la loro vacanza “consumando” le attrattive ambientali – culturali – gastronomiche che si trovano nell’area del polo golfistico.
Il cliente golf è decisamente un turista molto ambito, ha tempo libero, alti livello di reddito, è un buon consumatore e preferisce periodi fuori stagione avendo al possibilità di scegliere i propri periodi di vacanza.
Sono circa 25 milioni i viaggi di golf in un anno e per questo tipo di viaggi nel 2019 sono stati spesi quasi 40 miliardi di dollari circa 35 miliardi di Euro.
I campi da golf nel mondo sono circa 40.000 ed i turisti golfisti hanno una
grandissima scelta per decidere dove passare le proprie vacanze golfistiche.
Normalmente un golfista/turista seleziona la propria destinazione cercando un luogo che gli possa consentire di giocare su 3-4 percorsi a 18 buche situati in un raggio di massimo 40-50 Km e questi percorsi dovrebbero essere conosciuti internazionalmente, possibilmente non troppo impegnativi e facilmente raggiungibili dal proprio albergo.
In seguito all’emergenza Coronavirus l’attività dei 234 campi da golf italiani è al momento completamente azzerata dopo la totale cancellazione di tutte le prenotazioni straniere previste per il 2020.
Ospitare la Ryder Cup del 2022 senza poter contare su campi da golf turistici vanificherebbe lo sforzo economico fatto dal nostro Governo per permetterci di ospitare questa manifestazione. E’ urgente quindi mettere in atto la programmazione di azioni che consentano il rilancio della destinazione Italia sui mercati europei.
Un piano nazionale di ampio respiro, condiviso fra le regioni e supportato dall’Ente Nazionale di promozione, che possa garantire una veloce ripresa degli arrivi turistici che quest’anno, come già detto, potrebbero diminuire ben oltre l’80%, e punti ad un incremento delle presenze per gli anni successivi.
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