La tradizionale ospitalità italiana, l’immagine positiva del nostro paese da sempre leader nel mercato del turismo, un’offerta golfistica seria e professionale e la possibilità di accogliere i turisti – golfisti su percorsi di golf particolarmente adatti alle loro esigenze e, a differenza dell’offerta spagnola o portoghese, largamente disponibili, sono delle carte importanti da giocare e sulle quali contare per il rilancio del settore del turismo golfistico italiano.
Lo scenario futuro si prevede che sarà ancor più competitivo rispetto agli anni precedenti; oltre alle tradizionali offerte Spagnole e Portoghesi nuovi attraenti proposte di altre nazioni quali Francia, Irlanda, Turchia, Cipro, Egitto, Grecia, Marocco, Scozia, Bulgaria e Tunisia aggrediranno il mercato non appena la situazione si sarà risolta.
Tutte queste nazioni potranno contare su importanti investimenti che verranno sicuramente pianificati dai locali Enti del Turismo e dalle Amministrazioni Locali che da sempre destinano una quota del proprio budget annuale per il supporto alla promozione dei singoli operatori privati.
L’offerta golfistica italiana ha un grave problema di “brand awareness” in quanto la proposta turistica, in questo settore, è stata storicamente comunicata con risorse limitate e con un focus di investimento su mercati di prossimità (Germania, Austria e Svizzera).
Nelle nazioni del Nord Europa ed in Gran Bretagna, i nostri campi da golf sono poco conosciuti a causa dei ridotti volumi di comunicazione mentre, al di fuori dell’Europa, l’attività di promozione e comunicazione della nostra offerta golfistica, deve ancora incominciare.
In questo senso la Ryder Cup del 2022 e le recenti imprese del nostro Francesco Molinari, hanno contribuito ad inserire anche la nostra nazione nel grande scacchiere del turismo golfistico mondiale.
L’offerta italiana risulta quindi ancora indefinita, non declinata e misteriosissima per i tantissimi giocatori di golf al di fuori dell’Europa. Stanziando importi a sostegno degli investimenti e comunicando in maniera puntuale e professionale, l’offerta golf italiana avrebbe tutte le carte in regola per risollevarsi da questo nefasto 2020 e diventare nel giro di pochi anni una riconosciuta, nuova ed interessante destinazione golfistica internazionale.
Il piano di rilancio si basa sull’assunzione che esistono elementi strutturali nell’offerta che dovranno fungere da keystone per rilanciare l’intero comparto del turismo del golf. Essi sono:
Il piano di rilancio, si riassume nell’esigenza di realizzare, integrare ed implementare azioni finalizzate a raggiungere obiettivi commerciali e di brand awareness. L’articolazione delle iniziative promozionali deve essere ampia e profonda per raggiungere gli scopi del piano di rilancio.
Per soddisfare la legittima ambizione di rilancio, sarà necessario prestare particolare cura all’organizzazione ed al servizio offerto, in modo da generare quell’importante “passaparola positivo” molto efficace nei mercati fortemente caratterizzati quale è il golf, soprattutto nel periodo di rilancio. Facendo leva su questi aspetti, la campagna promozionale assumerà una maggiore efficacia.
L’Italia dovrà essere divisa in tre macro-zone (Nord, Centro e Sud / Isole) e per ognuna di esse verranno creati dei momenti promozionali legati a dei pacchetti.
Ogni pacchetto dovrà includere i green fees settimanali, il soggiorno, tutte le attività tradizionali della settimana in zona (sagre, feste, fiere e quant’altro), le manifestazioni culturali, le attrazioni paesaggistiche ed artistiche presenti tutto l’anno.
Ogni Regione dovrà selezionare uno o più Tour Operator regionali, con conoscenza del mercato golfistico internazionale e dei mercati esteri, che si occuperà della ricezione e gestione commerciale delle prenotazioni.
I contatti con i Tour Operator internazionali saranno facilitati e promossi grazie alla presenza a fiere ed Open internazionali o in altre manifestazioni comprese in questo progetto. Saranno valutate dirette collaborazioni con le Federazioni Golf dei paesi turisticamente interessanti, e con le relative associazioni di categoria. Particolare attenzione verrà dedicata alle forme promozionali legate ad internet. L’obiettivo a due anni sarà quello di tornare ai volumi di green fees di giocatori stranieri del 2019.
Il soggetto di riferimento principale è sicuramente da individuare nel Ministero per i Beni, per le Attività Culturali e per il Turismo. Affinché il progetto possa realizzarsi è necessario che il Ministero condivida questa proposta e la sostenga economicamente per almeno un triennio affiancandosi all’ente nazionale di promozione Enit.
Enit si dovrebbe occupare della gestione e del coordinamento dell’intero progetto in collaborazione con Federazione Italiana Golf, Italy Golf & More e le singole Regioni. La Federazione Italiana Golf affiancherà Enit ed Italy Golf & More con la funzione di advisor tecnico e punto di riferimento istituzionale dell’iniziativa verso i circoli di golf. Oltre a ciò avrà cura di inserire le iniziative previste all’interno del progetto Ryder Cup 2022.
Il “contenitore” di Italy Golf & More, dovrà essere esteso a tutte le Regioni italiane che dovranno informare i campi da golf regionali e gli operatori del settore in merito al Piano di Rilancio.
Gli operatori locali (Incoming agency e/o DMC) che abbiano già una specializzazione nell’incoming golfistico, potranno essere di supporto laddove non esista una capacità di gestione dell’incoming dei turisti-golfisti individuali.
Una volta avviata l’iniziativa, saranno progressivamente sviluppati accordi con i Tour Operator stranieri aderenti alla IAGTO (International Association of Golf Tours Operators).
In ultimo vi sono ulteriori operatori della filiera da coinvolgere; le strutture alberghiere che potrebbero entrare a far parte dell’offerta turistica per diversi motivi: per prossimità ad un campo da golf o per interesse verso questo target di clientela. Tali strutture saranno rilevate direttamente dai circoli di golf in funzione di parametri specifici per l’accoglienza dei turisti golfisti.
L’obiettivo principale di questo piano di rilancio non è quello di scrivere un libro dei sogni ma quello di mettere a disposizione uno strumento concreto per poter programmare con lucidità le fasi successive alla pandemia che ha messo in ginocchio il turismo in tutti i settori. In particolare quello golfistico italiano che nel periodo di lockdown (marzo-maggio) realizza mediamente fra il 40 ed il 50% del proprio fatturato da green fees di stranieri.
Riteniamo quindi che l’interesse degli attori in causa verso un comparto che occupa oltre 6.000 lavoratori e genera un volume di fatturato di circa 200 milioni di euro, debba essere confermato da azioni concrete a supporto del rilancio di una fra le più interessanti eccellenze turistiche italiane.
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Forza Maurizio. Sei un grande!
Grazie Massimo!
Grande! Giuste considerazioni.
La pianificazione di una ripartenza giusta ma gli enti promotori riusciranno a capire ..altrimenti non e praticabile