In Svezia il golf è giovane e di moda
Si chiama Maria Möller, ha 42 anni e nel 2017 è stata eletta all’unanimità alla guida della Federazione Golf Svedese, prima donna a ricoprire questo incarico nei 113 anni di storia del golf di quella nazione.
Maria è laureata in legge, parla correttamente 4 lingue e quando non è impegnata per la Federazione, lavora per l’organizzazione sindacale SLA che assiste più di 4.000 aziende impegnate nel settore del verde.
E’ una grande sportiva e prima di iniziare a giocare a golf, con hcp 4,5, ha praticato calcio e tennis a livello agonistico.
Brava, giovane e forse anche fortunata, sotto la sua presidenza il golf svedese è diventato una “case history” internazionale per gli eccezionali risultati ottenuti nel 2020, l’anno della pandemia mondiale, durante il quale in Svezia c’è stata una vera e propria esplosione di giocatori e di giri di golf.
La crescita dei tesserati
Il numero dei tesserati svedesi nel 2020 è infatti salito a 538.962 unità, un numero molto vicino ai 554.293 tesserati del 2004 che ancora resiste come record storico di giocatori in quella nazione. Erano più di 10 anni che in Svezia i giocatori non superavano il mezzo milione e si riteneva, erroneamente, che il trend fosse ormai avviato ad una lenta ma progressiva decrescita peraltro giustificata da numeri già molto alti rispetto ai propri 10 milioni di abitanti. Invece l’incremento dal 2019 al 2020 è stato dell’11,2% con ben 54.448 giocatori in più rispetto all’anno precedente!
La media di giocatori per campo, che in Italia è di circa 235 unità, in Svezia è salita a 1.203 con un aumento rispetto al 2019 di ben 136 unità.
Occorre ricordare che la Svezia è la prima nazione europea per numero di giocatori rispetto alla popolazione con un incredibile 5,27% rispetto al malinconico 0,14% italiano.
Dalle statistiche pubblicate sul ricco e completo sito internet della Federazione Svedese, abbiamo scoperto che la quota associativa media in un circolo di golf svedese è inferiore ai 500 euro all’anno e questo dato rappresenta sicuramente una delle ragioni della larghissima diffusione di questo sport in quella nazione.
Ma non è tutto perché nel corso del 2020 sono aumentati in maniera vertiginosa anche i giri di golf giocati nei 448 campi da golf affiliati alla Federazione Svedese: lo scorso anno sono stati infatti 11.665.732 con un incremento di quasi 3.500.000 di giri rispetto all’anno precedente, un incredibile +42%! I giri di golf giocati da Soci dei Circoli sono stati 8.500.000 con una crescita del 51% mentre i green fee esterni hanno raggiunto il numero di 3.200.000 ed un aumento del 33% rispetto all’anno precedente.
I giovani, futuro del golf
Ma per il golf svedese le buone notizie non sono finite qui perché c’è un altro dato molto importante che potrebbe rappresentare il preludio di un altro decennio di crescita: il maggior incremento di giocatori nel 2020 si è verificato nella fascia di età sotto ai 21 anni dove sono stati rilevati 61.839 golfisti, ben 15.518 in più dell’anno precedente con un incremento del 34%.
L’avvicinamento al golf da parte di tanti giovani ha contribuito ad abbassare anche l’età media dei golfisti in Svezia che ora è di 48,6 anni, un anno e mezzo in meno rispetto alla precedente stagione.
Ma quali sono stati i motivi di questo incredibile ed inatteso boom del golf in Svezia? Nessuna formula speciale, nessun progetto in particolare, nessuna strategia geniale, come spiega bene e con grande modestia la presidentessa Maria Möller.
Le motivazioni della crescita
“In Svezia abbiamo grandi tradizioni di accesso alla natura ed agli spazi verdi e questo ha sempre favorito la pratica di sport all’aperto quali l’escursionismo e lo sci di fondo ed in tempi più recenti anche il golf. Oltre a ciò, dobbiamo fare altre due considerazioni, la prima è che nella nostra nazione il golf è molto accessibile economicamente e non è necessario essere ricchi per praticarlo mentre la seconda è che abbiamo una classe media molto ampia e da questo enorme bacino arrivano quasi tutti i nostri tesserati”.
“Nel corso del 2020 in Svezia non ci sono stati lockdown radicali come nel resto d’Europa e la nostra popolazione è stata libera di muoversi nel paese a proprio piacimento. In secondo luogo, i campi da golf sono sempre rimasti aperti mentre molte altre attività hanno dovuto affrontare periodi più o meno lunghi di chiusura. Infine, gli svedesi hanno avuto molto più tempo libero rispetto al passato a causa dello smart working o dell’interruzione di alcune attività lavorative. Non bisogna nemmeno dimenticare che nel 2020 il clima è stato molto favorevole e che gli svedesi hanno giocato in patria i giri di golf che normalmente vanno a fare all’estero essendo stato quasi impossibile programmare viaggi di golf in tutto lo scorso anno”.
“Per ciò che riguarda il forte aumento di praticanti fra i giovani dovete sapere che in Svezia è normale che i ragazzi pratichino tantissimi sport diversi e fra questi, negli ultimi decenni, anche il golf si è ricavato la sua importanza anche grazie ai Circoli che hanno saputo creare condizioni favorevoli al loro inserimento ed ai Professionisti di golf che sono stati bravi a creare in loro le motivazioni giuste per farli appassionare. Per essere onesti bisogna ammettere che in questo il Covid-19 ci ha dato una mano in quanto i soliti luoghi di incontro dei giovani (bar, stadi, cinema, palestre) erano inaccessibili e il campo da golf si è di fatto sostituito a quei luoghi rappresentando un nuovo punto di incontro generazionale”.
I dati di crescita provenienti dalla Svezia (simili a quelli di grandi nazioni quali Inghilterra e Stati Uniti) confermano quanto molti pensano in merito al mancato sviluppo del golf in Italia.
Member o turisti?
C’è un enorme problema di cultura sportiva che ci separa dai paesi del Nord Europa e questo gap sarà difficilmente colmabile anche in futuro; altre nazioni mediterranee quali Spagna e Portogallo, che hanno lo stesso tipo di approccio allo sport dell’Italia, hanno comunque adottato il golf come risorsa turistica anche senza averne fatto uno sport nazionale ed anche senza aver coinvolto nel gioco percentuali importanti della popolazione.
Il problema è per chi rimane a metà del guado, cioè per quelle nazioni dove il golf, ancora percepito in maniera aliena ed elitaria, è destinato ad invecchiare insieme ai propri praticanti senza, allo stesso tempo, averne minimamente sfruttato le potenzialità in chiave turistica.