Cosa succederà ora?
Il momento è cruciale e in ogni parte del mondo colpito dalla pandemia Covid-19 si cerca di tornare alla normalità, con le dovute precauzioni e con un pizzico di creatività e professionalità in più.
Il punto
Come affrontare la riapertura quindi e quali possono essere le nuove parti in gioco dopo l’onda dell’emergenza? È stato certamente un momento delicato per chiunque e la “Golf Industry” negli Emirati, la più sviluppata del pianeta al momento, ha certamente assorbito il colpo.
Cerchiamo di fare il punto con un primo dato su tutti: qual è stato il tasso percentuale di riapertura degli impianti dopo il lungo periodo di lockdown? Ovvero: qual è la percentuale di operatività dei Golf Club al momento del sondaggio (2021)? Il gruppo intervistato ha risposto indicando che più di 2/3 delle strutture ha ripreso la propria operatività, seppur con grandi limitazioni. Teniamo presente che in Abu Dhabi il primo business a riaprire, inclusi bar e ristoranti, è stato proprio il Golf, cosa che ha stupito anche gli addetti ai lavori.
È stato determinante essere veloci (magari non perfetti, ma poco importa) nella risposta all’emergenza in ogni aspetto: le strutture, e quindi il suo management, sono state messe parecchio sotto pressione soprattutto nella gestione di personale, soci, ospiti e rapporti, così come per le direttive governative obbligatorie che per i rapporti con fornitori e Tour Operator.
Alla prima riapertura è stato fondamentale approntare il triage di accesso obbligatorio, che ponesse in sicurezza il personale e i visitatori e nel frattempo ricalcolare anche tutti i budget e le previsioni finanziarie da qui a fine anno, per consentire alle strutture di fare i conti con i nuovi scenari.
Molti concordano sul fatto che questa crisi ha comportato un inevitabile crollo della domanda estera, considerato l’impedimento negli spostamenti, ma che al tempo stesso la domanda interna è e rimarrà solida e costante, anche se attualmente con numeri da medio/bassa stagione. La piena ripresa è prevista per questa estate inoltrata e i booking (andati soldout in pochi minuti alla riapertura) hanno recuperato terreno, seppur su numeri da low season. Si stima per che gennaio 2022 il clima di confidenza turistica e di fiducia negli investimenti possano tornare su flussi costanti.
Dubai Golf ad esempio ha in calendario tantissimi eventi di primo e primissimo piano (European Tour su tutti, ma anche centinaia di attività per i soci ordinari) ed è stato quindi necessario essere creativi e comunicativi ai massimi livelli, per gestire la prima fase dell’emergenza. Ora che le strutture stanno riaprendo al business la necessità è di modificare tutte quelle consuetudini che ognuno di noi dava per assodato, dai pagamenti alle prenotazioni, senza disattendere le aspettative dei clienti, con un “output” che risultasse sostenibile anche finanziariamente. Per molti utenti negli Emirati i Club sono come una seconda casa e le strutture possono contare su gruppi estremamente differenziati di frequentatori. Molti club hanno di fatto istituito un “crisis team” ad hoc per fronteggiare le situazioni di prima emergenza e per gestire successivamente i rapporti con i diversi destinatari, che siano clienti o dipendenti. Altri hanno considerato la costituzione di “ideas team” di 3-4 componenti per la rivalutazione delle attività interne.
Sempre a Dubai, per la prima volta in 32 anni di esercizio, le “joining fee” sono state sospese e agli associati è stata riconosciuta una compensazione sotto forma di credito in servizi (lezioni, bar, ristorante, negozi) per il periodo di mancata fruizione.
La strada per la ripartenza
Entrando più nel dettaglio, la strategia per la ripartenza è quanto mai ora determinante.
In primis la comunicazione. Il punto di accordo è che la pandemia Covid-19 può essere considerata globalmente la crisi più importante dopo il 9/11 e tutti, nessuno escluso, dovranno rivedere le modalità di ingaggio e relazione sia interne che esterne la propria organizzazione. Si dovrà necessariamente gestire la comunicazione su più livelli.
Cercando di evitare la reattività, promossa dall’emergenza prima e dalle possibili tensioni finanziarie dopo, si dovrà essere estremamente proattivi nella gestione delle risorse. Dovranno essere esplorati nuovi generatori di valore in direzioni mai considerate prima d’ora. Sarà necessario non solo operare con nuove procedure e regolamenti, ma anche relazionarsi in maniera differente con l’esterno e, probabilmente, considerare che anche i nostri clienti avranno tangibilmente cambiato le loro abitudini. Tutto questo andrà riconsiderato e ricalibrato per essere nuovamente sostenibile ed economicamente soddisfacente per tutti i player.
Lo scenario che si sta preparando è raro e probabilmente irripetibile, ma con opportunità uniche, che necessitano un profondo ripensamento delle attuali forme di business, mirate a ricreare un circolo di fiducia e positività che la pandemia ha irrimediabilmente messo in discussione per tutti.
Così quindi andrà ripensata la leadership per la ripartenza, con forme nuove di gestione e rapporto, anche tra strutture ed organizzazioni: prima fra tutte la capacità di creare valore nel nostro business, con forme nuove di sussistenza, di eventi e di proposte associative.
Le strategie future dovranno inevitabilmente includere diversi scenari, escludendo le modalità a “pilota automatico”.
Cauto ottimismo quindi per le prossime settimane, nell’attesa che tutti i Paesi tornino ad una ordinata normalità e si possa riprendere a viaggiare con tranquillità e fiducia.